Indagine Ocse: perché siamo analfabeti funzionali e digitali?
Ha fatto scalpore l’Indagine Ocse, secondo cui un italiano su tre è un analfabeta funzionale e digitale. Secondo i dati, saremmo in difficoltà nella comprensione dei testi, così come nel far di conto e nel problem solving. Il 35% ha competenze di lettura molto limitate e non va meglio neanche in matematica. Soltanto il 6% degli italiani riesce a raggiungere un buon livello.
Quindi siamo fra i “somari” della media Ocse? Vediamo un po’!
Indagine Ocse: problema di competenze in Italia
Houston, abbiamo un problema… di competenze!
Questo ormai è abbastanza chiaro alla nostra cara Italia e i dati dell’indagine Ocse, condotta su adulti di età compresa fra 16 e i 65 anni, l’hanno ampiamente dimostrato.
Gli italiani sanno leggere e scrivere, ma la loro capacità si arresta alla comprensione di testi brevi, in cui le informazioni siano ben chiare ed esplicitate. Così come sanno anche eseguire calcoli, purché siano semplici e con numeri interi o decimali, giusto ciò che serve per gestire il denaro.
E il problem solving, uno dei requisiti maggiormente richiesti ormai dalle aziende nei loro annunci di lavoro? Beh, gli italiani peccano anche lì e la percentuale è significativa: ben il 46%.
Insomma, la fotografia scattata dall’indagine Piaac dell’Ocse – che ha preso in considerazione il periodo 2022-2023 e ha coinvolto 31 Paesi – mostra un’Italia che non ha fatto progressi rispetto a dieci anni fa e che, anzi, ha compiuto passi indietro, finendo così a occupare le posizioni da fanalino di coda.
La classifica Ocse
I domini di indagine, come già accennato, sono stati tre: alfabetizzazione, matematica e risoluzione dei problemi.
Secondo la media Ocse, questi sono i quadri emersi:
- Alfabetizzazione:
Finlandia
Giappone
Svezia
Norvegia
Paesi Bassi
Inghilterra (UK)
Germania
Stati Uniti
Francia
Corea del Sud
Spagna
Italia (con un punteggio medio di 245 punti, in una scala da 0 a 500, 9 sotto la media Ocse)
Israele
Lituania
Polonia
Portogallo
Cile
- Matematica:
Finlandia
Giappone
Svezia
Norvegia
Paesi Bassi
Germania
Inghilterra (UK)
Francia
Corea del Sud
Spagna
Stati Uniti
Italia (con un punteggio medio di 244 punti, in una scala da 0 a 500, 11 sotto la media Ocse)
Polonia
Portogallo
Cile
- Risoluzione dei problemi:
Finlandia
Giappone
Svezia
Norvegia
Paesi Bassi
Germania
Inghilterra (UK)
Francia
Stati Uniti
Spagna
Corea del Sud
Portogallo
Italia (con un punteggio medio di 231 punti, in una scala da 0 a 500, 15 sotto la media Ocse)
Lituania
Polonia
Cile
In base al rapporto, dunque, Finlandia, Giappone, Svezia, Norvegia e Paesi Bassi hanno riportato le migliori prestazioni in tutti e tre i domini. Un plauso a loro!
Indagine Ocse: i dati sui tre domini
Alfabetizzazione
Il 35% degli adulti italiani ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello 1. Costoro riescono a comprendere testi brevi e chiari, elenchi semplici e organizzati e hanno difficoltà a fare collegamenti complessi. Entrano, dunque, di fatto nella categoria degli analfabeti funzionali.
Soltanto il 5% raggiunge i livelli superiori 4-5, mostrando elevate capacità di comprensione e interpretazione di testi più lunghi e articolati. Costoro eccellono nella lettura e nell’analisi di scritti complessi e riescono a completare compiti che richiedono capacità di sintesi e valutazione.
Matematica
Il 35% degli adulti italiani ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello 1. Costoro sono in grado di eseguire calcoli di base, interpretare dati semplici in tabelle o grafici, ma hanno difficoltà con i compiti più complessi.
Soltanto il 6% degli adulti italiani raggiunge i livelli 4 o 5, mostrando competenze matematiche avanzate, che includono la capacità di affrontare problemi articolati e di svolgere analisi numeriche approfondite.
Risoluzione dei problemi
Qui emerge lo scenario peggiore, purtroppo!
Ben il 46% degli adulti italiani si piazza al livello 1 o inferiore, riuscendo a risolvere soltanto problemi semplici con poche variabili e poche informazioni irrilevanti.
Appena l’1% ha ottenuto un punteggio di livello 4, mostrando una comprensione più profonda dei problemi e un adattamento ai cambiamenti inaspettati.
Il divario generazionale è considerevole: a ottenere i risultati inferiori in tutti e tre i settori sono stati gli adulti di età compresa fra i 55 e 65 anni, mentre fra coloro che appartengono alla fascia 25-35 anni i punteggi di competenza sono stati superiori. È chiaro, ovviamente, che i titoli di studio posseduti incidono sui risultati ottenuti: coloro che hanno un titolo di studio terziario, ovvero la laurea, hanno registrato punteggi di competenze in ciascun dominio superiori rispetto a chi ha un’istruzione secondaria superiore e, addirittura, un’istruzione secondaria inferiore.
Indagine Ocse: il perché di questi dati
Le ragioni alla base del perché un italiano su tre sia analfabeta funzionale e digitale potrebbero essere diverse. Per esempio, carenze nel sistema educativo scolastico, che non fornirebbe le competenze necessarie per accrescere la propria capacità di lettura, di comprensione e di calcolo.
Oppure la pratica sempre più limitata di scrittura e lettura nelle proprie attività quotidiane, che pertanto ci porterebbero a una sempre più minore familiarità con queste competenze.
Un’importante influenza, rispetto ai numeri emersi dall’indagine Ocse, potrebbe essere data inoltre dal contesto socio-economico di provenienza con differenze – anche regionali (con i migliori risultati al Nord Ovest, Nord Est e Centro e i peggiori al Sud) – che influenzerebbero inevitabilmente le opportunità di apprendimento e di accesso alle risorse a propria disposizione.
L’importanza della formazione
Il quadro tracciato dall’Ocse, purtroppo, da un lato evidenzia una situazione numerica davvero spiacevole per l’Italia, ma dall’altro ne sottolinea una ancora più drammatica e cioè il rischio di esclusione di una fetta della popolazione dai processi politici, sociali e economici della società e dall’esigenza sempre più crescente di competenze e conoscenze nel mercato del lavoro.
Da qui, dunque, l’importanza della formazione a qualsiasi età: subito dopo il diploma, professionale, continua. Il tutto per non rimanere indietro e poter sempre costruire e/o cambiare la propria carriera lavorativa.
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Proviamo insieme a disegnare una nuova panoramica delle competenze in Italia!