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Cosa non dire ad un colloquio: consigli per non sbagliare

Ma tu sai cosa non dire ad un colloquio?

In certe situazioni vale proprio il detto “a volte è meglio tacere”, specie se le cose che abbiamo intenzione di esternare potrebbero condizionare o meno l’esito del nostro incontro conoscitivo.

Se ci fosse una ricetta del colloquio ideale, accanto alla voce “sincerità” dovremmo mettere in grassetto qb (quanto basta!), il che non vuol dire mentire, ma comprendere i limiti e riconoscere ciò che si può dire da ciò che è preferibile evitare.

Cosa non dire ad un colloquio: parlare di sé negativamente

No alle autocelebrazioni, ma altrettanto no all’automassacro!

Come in tutte le cose, in media stat virtus. Parlare di sé con discrezione e cercare di essere obiettivi, senza evidenziare eccessivamente né gli aspetti positivi né quelli negativi. Nel primo caso, infatti, si potrebbe trasmettere l’impressione di avere un carattere arrogante e troppo pieno di sé; nel secondo, invece, si potrebbe ottenere l’effetto opposto e cioè dare l’idea di essere delle persone pessimiste, demotivate e per niente propositive.

Non concentrarti troppo sugli errori commessi e sulle esperienze che non sono andate come ti aspettavi. Tienile per te e riparti dal nuovo colloquio.

Ogni opportunità è un nuovo capitolo.

Parlare male del precedente lavoro

Mai parlare male dell’ex datore o degli ex colleghi. Il rispetto innanzitutto, anche se i rapporti non si sono conclusi proprio nel migliore dei modi.

L’atteggiamento che assumiamo nei confronti degli altri e perlopiù in loro assenza ci descrive e ci rappresenta come individui educati e maturi.

Il recruiter che hai di fronte non è un amico e non è neanche un consigliere. È una persona con l’incarico di trovare per l’azienda la risorsa ideale.

Avrai tempi e luoghi per sfogare un torto subìto, un’antipatia o l’amarezza per una discussione non ancora superata. Il colloquio non è proprio il momento giusto!

Parlare di stipendio

Non spetta a te!

Sebbene sia normale e lecito pensare al tanto desiderato stipendio, questa prima fase non è sicuramente la più azzeccata e, soprattutto, non devi parlarne tu. È l’azienda che deve affrontare l’argomento, quando avrà delineato i candidati, avrà individuato la risorsa ideale e sarà finalmente pronta a fare la propria offerta economica e a proporre un contratto di lavoro.

Fino a quel momento, l’argomento stipendio è da ritenersi un taboo.

Discutere della propria vita privata

I fatti nostri, intesi come intimi e riservati, non interessano ai recruiter.

Raccontare episodi della propria vita privata potrebbe infatti mettere in imbarazzo i nostri interlocutori che, per venirne fuori, potrebbero decidere di tagliare corto e liquidarti con il consueto “Le faremo sapere!”.

Parlare di te vuol dire accennare ad aspetti strettamente professionali o al massimo caratteriali rilevanti per la tua candidatura.

Tutto il resto riservalo a una buona chiacchierata fra amici.

Cosa non dire ad un colloquio: chiedere un feedback

“Com’è andata?”

Questa è una domanda da non porre ai recruiter.

Ricorda: il colloquio di lavoro non è un esame, nessuno ti darà un voto né verrai promosso o bocciato. È un’importante occasione per farsi conoscere, comunicare i propri valori e dimostrare le proprie competenze.

Non chiedere un feedback, non ne hai bisogno. In fondo, in cuor tuo sai già se è andata bene o male.

Il tempo poi ti darà le risposte che cerchi.

Aumenta le possibilità di colloquio con Maccia

Accontentarsi corrisponde all’illusione di aver trovato lavoro.

Chi accetta un qualsiasi mestiere, pur di fare qualcosa, presto si stancherà, non sarà soddisfatto e mollerà, con l’aggravante che non avrà acquisito competenze utili per la prossima esperienza professionale e si sarà anche fatto scoraggiare dall’ennesima delusione lavorativa.

La pazienza è l’arma più forte. Non demordere, continua a cercare e ad accrescere le tue competenze.

Anche tu avrai la tua occasione, devi solo usare i mezzi giusti per andare a prenderla.

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